La decisione politica di Pietro
Grasso è diffusamente apprezzata. L’idea di accettare un seggio tra le fila del
Pd di Bersani, per entrare in Parlamento, pone adesso il superprocuratore
antimafia in una posizione utile. Grasso dispone infatti dell’approvazione e
del supporto della maggioranza degli italiani. La sua azione alla guida della Direzione
Investigativa Antimafia è riuscita a colpire il sistema mafioso, assicurando
alla giustizia migliaia di delinquenti. La possibilità di impiegare l’esperienza
della Dia in ambito politico è interessante. Il Governo e il Parlamento,
infatti, sono i siti che esprimono innanzitutto due poteri fondamentali
dell’ordinamento costituzionale dello Stato e rappresentano, inoltre, un apice
del contrasto tra mafia e antimafia. La prima ha dimostrato di poter agire
comodamente tramite i partiti e tramite i propri esponenti politici, giungendo
a manovrare la promulgazione di leggi a proprio sostegno. L’antimafia deriva da
norme impositive. Il contrasto tra i due sistemi giunge quindi ad avere dei
punti di zenit nel Governo e nel Parlamento. I politici, d’altronde, non
possono intaccare l’ordinamento dell’antimafia e della giustizia, senza poter
essere giustamente accusati di associazionismo di stampo mafioso. La lista di
esponenti assoggettabili a procedimenti giudiziari è quindi notevole. L’idea di
entrare nella lotta politica e di poter fornire la propria perizia all’azione
legislativa è adatta a Pietro Grasso. Oltre alle trattative tra Stato e mafia,
esiste, in realtà, uno Stato-mafia, che adopera e promuove la delinquenza di
stampo mafioso in tutti i propri settori. Grasso, giunto al vertice della Direzione
Investigativa Antimafia, potrà condurre l’azione dell’antimafia stessa in
Parlamento, senza consentire, peraltro, il varo di leggi che possano indebolirne
i cardini, come le norme che affievoliscono il sistema carcerario a sostegno
della delinquenza e le leggi volte ad affievolire l’azione della giustizia.
L’antimafia, d’altronde, è una prerogativa per il funzionamento ottimale dell’economia…
La guerra alla mafia si vince colpendo i sodalizi delinquenziali senza sosta.
10/01/2013