Report Libia

Un commandos di rivoluzionari a Bab al-Aziziyah - Alessandro Ceresa ©
Le operazioni dei jets occidentali in Libia stanno continuando. Le milizie dei guerriglieri rivoluzionari hanno deciso di aggredire i centri urbani che rimangono nelle mani dei soldati lealisti: Sirte, Bani Walid e Sabha. Durante l’ultima settimana, i bombardamenti alleati hanno colpito obiettivi posti nelle tre zone. Il resto della Libià è controllato dai commandos dei rivoltosi. Il regime di Gheddafi è indubbiamente finito, grazie ad una vera e propria rivoluzione. Il supporto della Nato è indispensabile. Il Governo dell’opposizione è l’unico soggetto rimasto ed è legittimato a rapportarsi al sistema internazionale. Il compound del rais, a Bab al-Aziziyah, è stato distrutto, saccheggiato e raso al suolo. Gheddafi, indagato dalla giustizia delle Nazioni Unite, è scomparso. Il mandato di arresto nei confronti dello stesso leader libico (catturabile vivo o morto), di suo figlio Saif al-Islam e di Abdullah al-Senussi implica la ricerca in ambito internazionale dei tre maggiori responsabili per gli stermini commessi dalle truppe poste ai loro ordini. La posizione dello stesso rais è sconosciuta. Gli ultimatum dei guerriglieri sono destinati alla resa di Sirte, che non può contrapporre una resistenza duratura alle aggressioni di migliaia di insorti. L’abitato è stato accerchiato, tramite milizie provenienti da est e da ovest. Si attende la caduta del baluardo. Ieri, i rivoluzionari hanno iniziato a prepararsi per aggredire Bani Walid. La contraerea di Tripoli lancia tuttora dei missili verso lo spazio antistante il porto, utilizzando sistemi Sam mobili, sistemati come delle katiusha sui tetti delle abitazioni della zona posta tra l’imbarcadero e Al Hashan. Gli stessi rivoluzionari nascondono pezzi di artiglieria. Di fronte a soldati e a guerriglieri armati di kalashnikov, pistole, coltelli e bombe a mano, individualmente, i militari occidentali possono contrapporre mitragliatori più precisi, veloci e affidabili. La diffusione di Rpg, bazookas, mortai, lanciamissili, tanks, blindati e furgoni attrezzati con armi pesanti implica l’indispensabilità di interventi svolti grazie all’aviazione e ai reparti corazzati. I carroarmati dell’esercito di Gheddafi giacciono ai margini delle strade libiche, bruciati. Gli insorti sono riusciti a neutralizzarli aggredendoli in massa, scardinandoli e uccidendo i componenti. L’esercito tunisino è tuttora mobilitato alla frontiera di Ra's Ajdir. Si vedono linee di humvees e contingenti attivi. È ribadito il traffico d’armi condotto tra Tunisia e Sicilia. I kalashnikov provenienti dagli Stati magrebini sono destinati a Cosa Nostra, alla Camorra e alla ‘Ndrangheta, secondo la linea normalmente usata per la vendita di narcotici.

05/09/2011