Ebc. Everest base camp. Ho impiegato quattro giorni e una o due ore per raggiungere il campo base dell'Everest e per inoltrarmi, per un tratto, in direzione del campo 1, posto sul ghiacciaio, alle pendici della salita verso la cima. La neve aveva reso l'ultimo pezzo di strada più difficile. Da Lukla all'Everest ci sono 67 chilometri di tracciati scomodi, pavimentati, con saliscendi inutili e fastidiosi, che conducono da un abitato all'altro, causando la perdita di centinaia di metri di quota. Grazie ad una schiarita, da Tengboche ho visto per la prima volta l'Everest, innevato per colpa delle precipitazioni dei giorni passati. Everest, o Sagarmatha: quota 8.848. In avvicinamento, la vetta spicca oltre il Lhotse, la quarta cima più alta del mondo. Il panorama cambia velocemente da Pangboche in poi, quando la flora alberata himalayana sparisce. A Tokla, inizia il ghiacciaio del Khumbu, con i resti di minerali di ferro e, forse, di uranio. Senza allenamenti particolari, oltre i 5.000 metri, a Gorak Shep e a Lobuche ho avvertito nettamente un edema cerebrale e due attacchi cardiaci, con soffi al cuore ripetuti, dovuti alla scarsità di ossigeno e alla bassa pressione. L'altitudine non ha comportato sintomi letali. I teli termici che si usano normalmente di notte, per non disperdere il calore del corpo, sono utilissimi: permettono di restare al caldo e di dormire con temperature che sfiorano zero gradi, formando una coltre di condensa. Lo stesso materiale potrebbe rivelarsi fondamentale per evitare congelamenti dovuti a problemi improvvisi. Il telefono portatile ha continuato a ricevere normalmente segnali fino a Periche: microfono e collegamento satellitare, connessi ai providers nepalesi di 429 02 e 01, hanno inoltrato precisamente tutti i dati. Il sole lascia delle ustioni in viso. Il tracciato della salita include, all'inizio, l'attraversamento del ghiacciaio, da dove ci si deve spostare in direzione della costa orientale, oltre il campo 2, per poter giungere alla cima. I nevai dell'Everest, adesso, stanno causando delle slavine, che cadono rumorosamente. L'alta quota, o il contatto forzato, mi hanno condotto ad odiare il portatore che ho dovuto adottare per poter entrare nel Parco Nazionale del Sagarmatha. Per una settimana, io e lo stesso sherpa siamo giunti a spintonarci in prossimità dei ponti sospesi e delle scarpate. Ho dovuto picchiarlo più volte, per farlo proseguire o per farlo restare a una distanza ragionevole. Il suo comportamento ostile era dovuto alla volontà di derubarmi. La mia aggressività si è attivata a titolo di legittima difesa. Vi sono troppi ladri nel percorso che porta al campo base dell'Everest. Money. Soldi. Gli abitanti dei paesi vogliono i soldi degli occidentali e minacciano di derubarli se non si fermano ai punti di ristoro per consumare cibo e bibite. Si tratta, però, di pezzenti, che possono essere agevolmente respinti senza dare loro un centesimo o una rupia per rifornimenti inutili, in risposta alle intimidazioni. Pangboche è una delle loro basi. Vi risiede la banda di riferimento del mio sherpa, a cui ho fatto mancare gli introiti derivanti dai ricatti. I ladri mostrano delle falci. Un'altra banda è attiva a Namche Bazar, dove ho fatto rilevare alla polizia il comportamento disonesto del portatore, che sperava di farmi derubare in prossimità di un attraversamento da una decina di suoi compari. Prima di Lukla, infine, ho incontrato altri quattro ladri, vestiti curiosamente, attrezzati con dei legni. Ho sentito dei rumori identici a degli spari nei pressi del passo che porta a Gorak Shep. Il business della droga, inoltre, comporta, per il Nepal, introiti pari a miliardi di dollari. Le piantagioni di marijuana e di oppio sono visibili in tutta la nazione. Il ritardo di sviluppo di questo Stato è dovuto anche al fatto che gli abitanti sono drogati e trasandati. I leopardi delle nevi vivono allo stato brado in tutto il Nepal. Sono dei felini di grossa taglia, che nei primi mesi di età assomigliano a dei grossi gatti. Si vedono nei pressi delle abitazioni e si sentono i graffi delle loro zampe sui tetti. I voli da e per Lukla possono subire dei ritardi. Da Namche Bazar passano molti turisti occidentali, come Jonas, un europeo rientrato dal campo dell'Everest, dove ho incontrato altri componenti dei gruppi visti nei primi giorni: Mark, Ory, Cody. Nessuno di loro aveva rinunciato all'obiettivo. Everest. Sono morti troppi esploratori nel tentativo di salire sulla cima più alta del mondo. Il versante cinese, verosimilmente, non presenta inconvenienti inutili come ladri, alloggi inadatti e strade tortuose.
Film: Everest
10/09/2009