
Sadr City, la fortezza del leader degli sciiti al-Sadr è divisa in due frazioni da una barriera che dovrebbe permettere l’isolamento dei quartieri di Ishbilyah e Habbibiyah, utilizzati, in passato, dalla Mahdi Army per attacchi con siluri e mortai verso le zone poste sotto la tutela degli americani. Lo sbarramento costeggia Quds Street, che divide formalmente le due zone della città. Sadr City, nata nel 1959 come zona di ospitalità per poveri e rifugiati provenienti da tutto l’Iraq, era stata definita Revolution City e Saddam City. Oltre alle abitazioni e all’ospedale, vi sono bar, negozi, officine, ristoranti… I quartieri di Ishbilyah e Habbibiyah sono più moderni del resto della fortezza, difeso da barricate discontinue. I checkpoints non sono posti all’inizio di ogni entrata e si possono cercare strade laterali, per infilarsi nel perimetro urbano. La porta di Piazza Sida è contraddistinta da una specie di torre. Negli isolati di Habbibiyah si notano bandiere e striscioni, inneggianti, probabilmente, al partito politico degli sciiti. La strada che conduce ad Ar Rashid, un quartiere satellite di Sadr City, è quasi impraticabile, per colpa dell’affollamento di macchine, in fase di attesa o di manovra, che procedono lentamente, per passare un checkpoint. Safiy Ad Din Street è più veloce e permette di raggiungere le entrate laterali. Molte vie sono chiuse al passaggio di macchine e individui da ammassi di rottami. Le strade sono sconnesse e sabbiose. La confusione tipica delle città arabe è limitata. Nei quartieri di Sadr City, le persone si muovono lentamente. Gli uomini, quando vedono un occidentale, si raggruppano per decidere se rapirlo o se provare altri atti ostili. Sono andato a Sadr City, all’inizio di febbraio, per un saluto di commiato alla Mahdi Army, con cui avevo stabilito un contatto nei giorni precedenti. Durante l'embedding a Baghdad, ogni sera i miliziani sciiti hanno sparato nei pressi del checkpoint 3, secondo quanto riferito dalle guardie. Grazie. Avevo deciso di sfruttare i contatti avuti con i guerriglieri sciiti, destinando diverse ore ai possibili incontri con loro, sia davanti all’Hotel Babylon, come alla fine dello scorso mese di novembre, sia presso la stessa City. Ho visto chiaramente una squadra sparare tre siluri verso due elicotteri in volo sopra Quds Street. Due dei tre ordigni, con mirini infrarossi, sono riusciti a colpire il primo dei mezzi statunitensi, che ha cambiato rapidamente linea di volo, evitando il terzo missile. Un elicottero Apache ha sorvolato la zona. Per fare delle riprese, ho raggiunto il quartiere da dove erano stati sparati i siluri. La katiusha, probabilmente, proveniva da un’abitazione piuttosto ampia e moderna, di colore grigio, posta all’angolo del quartiere dove sono alloggiate le commemorazioni dei martiri. A fianco di Sadr City, verso nord-ovest, c’è un impianto elettrico, da cui partono piloni con cavi che riforniscono anche altre zone della capitale. Si sente dire, però, che questo impianto non è attrezzato con uranio e che il materiale radioattivo è stato asportato, vista la vicinanza dei miliziani. Sono interessato al ruolo di Al-Sadr e ho regolarmente risposto agli incontri. Di fronte al Babylon, sono stato raggiunto due volte dai miliziani sciiti. Passando a lato delle barriere della città, si ha l’impressione di essere sotto il mirino dei fucili delle torrette e si notano, per strada, pezzi di siluri e scatole di metallo, che potrebbero costituire mine antiuomo e congegni esplosivi improvvisati, i famigerati ordigni predisposti per essere innescati al passaggio degli humvees statunitensi.
Film: Sadr City
Infine, ieri è morto Candido Cannavò. Lo conobbi a Cernobbio, a Villa d’Este, autorevole firma del giornalismo italiano tra i leaders politici ed economici del mondo. Rimane la memoria del suo giornalismo pulito, libero da ordini e committenti.
23/02/2009