
Modern heroes, eroi moderni. Sono i ragazzi che portano in faccia i segni delle guerre, che partono da Heathrow o da qualsiasi altro aeroporto occidentale per raggiungere i propri eserciti sui fronti arabi, per vivere in un container in mezzo al deserto, in basi militari improvvisate o nei piani bassi degli edifici di Baghdad, tra carroarmati, proiettili, sacchi di sabbia e filo spinato. L'Occidente e i lacchè in cravatta che riempiono le aziende devono loro la propria sicurezza ed è a loro che dedico i miei viaggi. Sono passato attraverso guerre aperte, guerriglie e guerre spente, in Libano, Siria, Bosnia, Iran, Kuwait, Afghanistan, Pakistan, Kashmir, Israele, Kosovo, Serbia, Montenegro, Kurdistan e Iraq. Sono stato schedato e incarcerato in Iran, in Israele e in Iraq, con l'accusa di spionaggio, nonostante io sia solo un giornalista, libero di esprimere le proprie idee. Ho scritto articoli contro cosche, boss e servizi deviati. La mafia italiana costituisce un sistema fragile, attaccabile e inoffensivo. Non vi è alcun pericolo di morte... Tutto il rumore che si sente attorno a Saviano e ad un piccolo clan campano si riferisce a poco più di nulla... Io non cerco "protezioni", anche in mezzo ad una guerra. La protezione che richiede Saviano appare essere un pretesto pubblicitario, un'arguzia... Con un film e un libro, Saviano almeno è già pronto a esprimersi contro i giudici, a favore di Berlusconi. In Italia, vedo i ragazzi dei servizi deviati: non sono altro che dei vigliacchi, delle mezze tacche, in grado solamente di parlare, inabili a qualsiasi tipo di azione, dei cani che dovrebbero imparare le differenze di questo mondo "colorato", che tremano e piangono soltanto a sentire parlare di guerra...
Film: Elicotteri statunitensi a Baghdad
26/12/2008