Die Ende des Rechtes des Berlusconi und von Haider

Un incidente ha tagliato la vita di Jeorg Haider. La collisione è stata registrata nei pressi di Klagenfurt. Il politico austriaco guadagnò il sostegno delle fazioni nazionaliste e le sanzioni dell’Unione Europea. “Non esiste più una differenza tra Destra e Sinistra”, disse lo stesso Haider. La sua fine potrà comportare degli esiti all’interno del Parlamento austriaco.

Da Vienna, adottando un’ottica cosmopolita, la situazione italiana appare differente da quanto i quotidiani e i partiti possano tentare di far apparire. I giornalisti stipendiati da Berlusconi sono e resteranno dei pennivendoli. Berlusconi non si può permettere di contrastare l’azione della magistratura, cercando di smentire la realtà. Quando fondò Forza Italia, proponendosi come erede di Craxi e Andreotti, utilizzò la propaganda delle televisioni di sua proprietà, ma il voto che ottenne dagli elettori fu un errore storico.

Il businessman di Arcore non è uno statista. È un affarista e non c’è da stupirsi se difende e favorisce i propri interessi. Occorre però capire il motivo che lo ha portato ad avallare il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, che destinerà alla mafia miliardi di euro. Anni fa, si sentiva dire che Mancino era il referente delle cosche in Parlamento. Adesso, c'è chi si riferisce a Dell’Utri, già condannato in primo grado per concorso in associazione mafiosa. Si dice anche che la stessa Cupola siciliana abbia “ordinato” la costruzione del ponte, mentre Dell’Utri è il referente di Berlusconi in Sicilia. L’Unione Europea è un club esclusivo: non potrà permettersi di finanziare un progetto simile e di aiutare uno Stato arretrato come quello italiano. Tremonti dovrà studiare come affrontare la depressione economica, la crisi finanziaria e i costi del ponte. Le tangenti della mafia dirotteranno enormi profitti.

Berlusconi costruì il proprio impero economico lavorando nella Milano di Craxi e Pillitteri, della P2, delle bustarelle e dei favori politici agli imprenditori, con il sostegno di Confalonieri, Previti e Dell’Utri. In tre decenni, il magnate di Arcore ampliò la propria presenza in diversi settori: edilizia, tv, editoria, sport, banche, assicurazioni. Le pratiche fiscali e le conduzioni del proprio business, dubbie o illecite, furono inquisite dalla Guardia di Finanza e dalla magistratura. Berlusconi non accettò le indagini, ne contestò e ne impedì il normale svolgimento, dirigendo i propri giornalisti contro il potere giudiziario e sfruttando ogni cavillo legislativo.

I vari Fede, Liguori, Bel Pietro, Brambilla, Ceriani, Peschiera, Gandola, i loro tirapiedi e gli altri lacchè si prodigarono per servire i suoi interessi e per inventare la sua incolpevolezza. Il mezzobusto di Sgarbi iniziò a lanciare strali. Il contrasto della magistratura divenne un argomento imprescindibile della propaganda della Fininvest. La lotta ai poteri dello Stato si rivelò totale quando Berlusconi giunse al secondo mandato in veste di Presidente del Consiglio. Il Lodo Schifani-Maccanico, la riforma di svariate leggi in ambito commerciale e societario, il Decreto salva-Previti, la riforma della Giustizia e altri, innumerevoli provvedimenti furono rivolti ad ostacolare e ad avversare il normale svolgimento delle cause che implicarono il premier e i suoi più stretti collaboratori, giunti in Parlamento. La maggioranza politica e il Governo si contrapposero al potere giudiziario in modo inaccettabile per uno Stato democratico.

Adesso, la limitazione delle intercettazioni favorisce il comportamento mafioso. La voce lamentosa del Ministro della Giustizia, Alfano, difende il provvedimento legislativo che porta il suo nome e che dovrebbe assicurare a Berlusconi la sospensione dalle cause che lo riguardano. Ovviamente, si tratta di un decreto “ad personam”. Ovviamente, il premier cerca ancora di sfuggire alla giustizia. Ovviamente, le televisioni, le radio e i giornali di sua proprietà cercheranno di legittimare un’azione che non è più tollerabile. Le istanze di incostituzionalità sollevate dai pm di Milano sono pienamente condivisibili, sia per quanto riguarda il carattere della legge (ordinaria e non costituzionale), sia per l’ineguaglianza nei confronti degli altri cittadini (ai sensi dell’articolo 3 della Costituzione).

L’amministrazione di Milano è posta nelle mani di Letizia Moratti, inquisita per abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta che coinvolge altri dipendenti del Comune, inquisiti per concussione. Sarà lei, però, a gestire i fondi dell’Expo. Ovviamente, la lobby di Berlusconi ne trarrà un deciso guadagno. Onestamente, passata l’era di Craxi e delle speculazioni edilizie, visti i vantaggi avuti in veste di premier, Berlusconi potrebbe anche astenersi dalle spartizioni dei fondi dell’Expo.

È evidente la "crisi del diritto" che coinvolge le istituzioni statali, a cui si somma la concentrazione irregolare del potere politico, finanziario ed editoriale nelle mani di una sola persona, che acuisce il ruolo della lobby di Berlusconi stesso, mentre il ruolo politico gli permette di tutelare il redditizio duopolio nel settore delle televisioni e la sua ingerenza si tende verso la Rai. Si tratta di una crisi dello Stato di diritto, che ha fatto annotare degli errori anche nelle scelte delle connessioni politiche del Centro-Destra. Alleanza Nazionale ha presentato i propri esponenti assieme ai candidati di Forza Italia nel Partito del popolo della libertà. La Lega ha scelto di restare a fianco di Berlusconi, per le votazioni politiche. Questa è la maggioranza che governa l’Italia. Sarebbe opportuno escludere le differenze tra Destra e Sinistra e affidarsi a governi di tecnici? Haider si definì “moderno”, astratto da queste differenze.

Film: Erbil (Iraq)


11/10/2008